L’anagogia in Dante

ISBN:9788870948264

Pagine:304

Dimensione:150 x 210

Soggetti:Teologia

Anno:2012

Rilegatura:brossura

Prezzo del libro

26,00

«Così vedi le cose contingenti / anzi che sieno in sé, mirando il punto / a cui tutti li tempi son presenti […] La contingenza, che fuor del quaderno / de la vostra matera non si stende, / tutta è dipinta nel cospetto etterno: / necessità però quindi non prende / se non come dal viso in che si specchia / nave che per torrente giù discende» Dante, Paradiso XVII, 16-18; 38-42.

La poesia di Dante è una poesia speculativa, sia nel senso per cui è nutrita della sapienza teologica di san Tommaso d’Aquino, sia nel senso per cui riflette nel suo dire condensato e pieno il diluito e spigoloso teorema filosofico. In queste terzine del Paradiso, si dà una lezione purissima di abilità speculativa in un tema tra i più complessi ed importanti della teologia razionale, cioè della metafisica. Il tema del rapporto eternità-tempo e quello del rapporto necessità-contingenza non sono paralleli ma si inviscerano in un’unica positio. E lo sguardo che consente a noi d’intendere la purissima mescolanza è dato dalla resolutio speculativa, che insegna a considerare le cose di riflesso nelle loro implicazioni. Ma il quadro risolutivo si delinea solo nell’invenzione della compositio anagogica, cioè come visione dell’intero: dall’alto o sub specie aeternitatis.