I nomi divini

di Dionigi

ISBN:9788870946963

Collana:I Talenti

Pagine:448

Dimensione:125 x 195

Soggetti:Letteratura classica/antica

Anno:2010

Rilegatura:brossura

Prezzo del libro

28,00

Conoscere il nome di una cosa o di una persona creava, secondo gli antichi, un rapporto di vicinanza, o addirittura di possesso. Per questo motivo alcuni passi della Bibbia proibiscono all’uomo di pronunziare, anche solo mentalmente, il nome di Dio. Inizialmente, nella tradizione filosofica greca, il problema del rapporto tra il nome e la cosa viene investigato da Platone, nel Cratilo. Successivamente, a partire da Plotino, si arriva ad affermare che, pur pronunciandone il nome, Dio resta inconoscibile, essendo uno e al di sopra di tutto. Queste idee vengono filtrate da Dionigi nella presente opera I nomi divini. Il suo metodo apre prospettive importantissime sul problema dei nomi che l’uomo può attribuire a Dio: se è vero che l’uomo dà il nome alle cose solo dopo averle conosciute, e che Dio nessuno l’ha mai visto, come fa l’uomo a nominarlo?
Grazie alla sua abile speculazione, la teologia di Dionigi tende ad assumere lo stesso punto di vista di Dio e può dunque dirsi, a buon diritto, anagogica o sub specie aeternitatis. La presente è la prima edizione che offre il testo greco e la traduzione italiana a fronte. Il testo greco è completato da un apparato critico – in cui, per la prima volta, si tiene conto dell’antica versione armena – e da un ampio corredo di introduzioni, note esplicative e rimandi che permettono, anche al lettore non specialista, di affrontare uno dei testi cardine della spiritualità occidentale e orientale che viene citato ripetutamente, ad esempio nelle più recenti encicliche, anche da Benedetto XVI.
Dionigi l’Areopagita è il misterioso personaggio che, secondo gli Atti degli Apostoli, si convertì per il discorso che Paolo fece agli Ateniesi, sul colle dell’Areopago. A lui fu attribuito un consistente corpo di opere mistico-filosofiche che affrontavano problemi di natura teologica rifacendosi a teorie neoplatoniche. Il Corpus Dionysianum, messo insieme probabilmente nella tarda antichità, riscosse grande interesse durante il Medioevo, come dimostrano i numerosi commenti e le traduzioni orientali e latine; queste ultime studiate e utilizzate anche dai grandi teologi come Alberto Magno, Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d’Aquino.
Introduzione e Testo critico di Moreno Morani
Traduzione e Note di Giulia Regoliosi
Commento di Giuseppe Barzaghi

I nomi divini presentati su La Voce Alessandrina