Il bello della vita

L'autrice indaga in modo avvincente il senso dell’esistenza a partire da alcune sue esperienze biografiche, nelle quali ognuno di noi può riconoscersi.

Ci sono giorni in cui non si può stare tranquilli: la punteggiatura delle pagine di agenda corrispondenti riporta alla fine di ogni appuntamento un punto interrogativo. I punti di domanda sulla nostra vita sono fastidiosi, sono come un tarlo che scava il legno per nutrirsi della sua polpa, scavano fintanto che la struttura rimane apparentemente in piedi; ma arriva il momento in cui il nostro legno è indebolito e rischia, svuotato all’interno, di crollare. A volte si riesce a eluderli per un po’, adottando varie strategie. Si risponde d’impulso, nel modo più sbrigativo possibile: ho sempre fatto così, gli altri fanno così, mi hanno detto di fare così; altre volte pensiamo che la domanda sia rivolta soltanto ad altri e si trovi sulla nostra agenda per errore: per fortuna non è successo a me, non mi riguarda… Eppure le domande sono la nostra grandezza, la possibilità concreta di uscire dagli stereotipi e dall’anonimato, la zattera che traghetta verso il futuro la nostra vita.