ISBN:9788870948769
Pagine:160
Dimensione:150 x 210
Soggetti:Teologia
Anno:2014
Rilegatura:brossura
Il momento storico che stiamo vivendo, tra fatti di cronaca e nuovi scenari geopolitici e culturali, ci porta a pensare che il secolo da poco iniziato sarà il “secolo dello straniero”, per eccellenza. Non ci riferiamo più semplicemente agli stranieri/migranti per disperazione o, quantomeno, per necessità. Infatti, dobbiamo riconoscere che la fragilità del vivere ci obbliga a prendere più seriamente in conto quella “stranierità ontologica” che caratterizza anche noi, come uomini e donne in cerca di relazione. Questa “stranierità” si declina, prima di tutto, nella diversità irriducibile nei confronti “dell’altro da me” ma anche rispetto a quell’“altro me” che, talvolta, fatichiamo ad accettare e ad integrare, per poterlo offrire in dono a chi incontriamo. Quello che questa ricerca teologico – letteraria vuole indagare, non sono tanto i temi politico-sociologico-giuridici dell’apertura all’“altro”, ma il senso della nostra convivenza civile, l’orizzonte che vogliamo dischiudere alla nostra società e ai nostri rapporti interpersonali e comunitari.
L’essere consapevoli di abitare noi stessi la “stranierità”, anziché motivo di ulteriore angoscia o paralisi nell’agire, non potrebbe diventare stimolo fecondo alla riflessione operativa in una stagione che vede ciascuno ripiegarsi su se stesso? Il sapersi e sentirsi tutti "stranieri" non potrebbe essere di aiuto a cogliere l’altro nell’interezza e nella complessità della sua persona, senza ridurlo ai problemi che la sua presenza comporta? Come declinare oggi la sfida di articolare verità e alterità nel senso della comunione, dell’ascolto e dell’incontro, non dell’esclusione, dell’arroganza e dell’autosufficienza.