Nato intorno al 1224-1225 a Roccasecca, oggi in provincia di Frosinone, e morto nel 1274 a Fossanova, oggi in provincia di Latina, fu sacerdote e frate domenicano, studioso, viaggiatore e profondo conoscitore del mondo della sua epoca, è uno dei massimi pensatori di tutti i tempi. Fu il più grande commentatore di Aristotele. Si formò alla scuola dei principali Autori classici di lingua greca, latina e araba studiando e commentando, tra gli altri: Platone, Cicerone, Atanasio, Basilio Magno, Gregorio Nisseno, Gregorio Nazianzeno, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Agostino, Girolamo, Dionigi, Anselmo, Averroé e Avicenna. Suo principio ispiratore era la ricerca del vero e di ciò che è razionale, senza badare alla cultura o al credo della sua fonte. Tommaso ha fiducia nelle capacità conoscitive della ragione umana, organizza potentemente il suo pensiero in un sistema coerente fondato su argomentazioni razionali che sottopone volutamente a disputa. Questo è il metodo con cui affronta ogni cosa; questo è il metodo con cui si accosta al Vangelo e alla Sacra Scrittura che sono per lui, principalmente, via e fonte di conoscenza e di amore per Gesù Cristo.Da questo approccio emerge, però, che la Rivelazione biblica non è solo dogma e mistero, perché non contrasta col suo sistema razionale: la Rivelazione risulta ad esso conveniente. Al centro del suo pensiero c’è l’essere umano: Tommaso sottolinea la grandezza dell’uomo, sia preso in se stesso, sia soprattutto nel rapporto con Gesù Cristo, modello di perfezione di ogni uomo. Alla luce della sua esperienza e di tutta la sua vita di studioso e ricercatore, l’uomo è visto come orizzonte e confine tra il creato visibile, cioè il mondo animale, vegetale e minerale, e il creato invisibile, cioè gli angeli e i santi. L’insieme delle sue opere, molto diverse tra loro per genere letterario, è una miniera per la filosofia e per la teologia ed è patrimonio dell’intera umanità.